Biella 1 aprile 2013
Un intervento “spaziale”.
Il consigliere comunale Eusebio Franchino aggettiva così la mia posizione contraria alle due toilette da 150000 euro, prossimo acquisto del sindaco Gentile.
Il dottor Franchino fu ottimo medico condotto anche al Piazzo (ne ho cognizione di causa sin da bimbo).
Il suo punto di vista circa le problematiche legate all’incontinenza, in particolare della terza età, è certamente autorevole al pari del parere di altri medici e consiglieri quali il dottor Fabrizio Merlo, affermato urologo.
L’occasione per ascoltare attenti, in consiglio comunale, interventi finalmente qualificati e dibattere un tema sentito da una cittadinanza in prevalenza anziana come quella biellese, l’abbiamo perduta nel momento in cui il sindaco ha deciso, tout court, di destinare i 150000 euro per l’acquisto delle due toilettes senza uno straccio di dibattito nel quale, son certo, nessun consigliere avrebbe contestato i dati supportati da medici e “scientificamente inconfutabili circa la capacità di alcuni individui di trattenere le urine ma anche le feci”.
La decisione imperativa del sindaco, oltre che costare circa come lo stipendio annuale del mai dimenticato comandante dei vigili Cianciotta, è disomogenea sul territorio perché “a spot” dato che di toilette intelligenti in città ne servirebbero non meno di cinque, come lo stesso dottor Franchino ben evidenzia nel suo intervento.
In attesa quindi di un piano organico a servizio di tutta la città, finanziariamente sostenibile, ma che non abbiamo mai visto, si potevano dibattere al momento in consiglio comunale le alternative molto più economiche dei bagni autopulenti a partire dagli spunti a mezzo stampa dei consiglieri Pietrobon, Apicella e di pochi altri, tra i quali il sottoscritto, oggetto della replica del consigliere Franchino.
Tentare di coinvolgere ad esempio i pubblici esercizi (previo accordi con le associazioni di categoria), ripristinare i disastrati bagni già in opera in piazza Falcone piuttosto che a Città Studi, oppure utilizzare i vouchers per creare piccoli gruppi di manutenzione e pulizia dell’esistente come usano già altre amministrazioni (non ultimo il santuario d’Oropa), erano possibili soluzioni perlomeno da prendere in considerazione prima di spendere dei denari “a spot” che, rammento, non essere una eredità d’America del sindaco ma che sono euro del fondo di riserva di proprietà dei biellesi che hanno il diritto a dire la loro per tramite dei consiglieri comunali e, se inascoltati dall’amministrazione e ove lo ritenessero opportuno, di avvalersi dello strumento referendario inviso, per ovvi motivi, al potere.
Un referendum da modulare su Biella che vorrei perorare nella prossima campagna elettorale, senza quorum, vincolante e da espletarsi economicamente via posta. Un metodo, quello referendario, giammai “spaziale” ma ben collaudato su questa terra da Paesi quali la Svizzera e gli Usa perché anche ai biellesi venga data opportunità di divenire una comunità di cittadini partecipi e non di sudditi silenti.
Benito Possemato
Consigliere comunale I Love Biella