Biella 10 gennaio 2013
Nauseato dagli abbracci tentacolari tra politica e affari, saltavo da anni a occhi pari la cronaca amministrativa dei giornali anche locali: glissavo su poli sanitari incompiuti, tangenziali allagate e dighe “mitragliate” come coriandoli su terra biellese.
Per me, prima della mia elezione a consigliere comunale in lista civica nel 2009, il Consorzio della Baraggia era un “oggetto” pressoché sconosciuto.
Sbagliavo.
Assetare la nostra curiosità di amministrati, documentarsi, ascoltare e mai solo metabolizzare inerti ciò che ci viene spacciato come salvifico per noi o per l’ambiente che ci circonda significa combattere da protagonisti del nostro destino il disamore diffuso per la causa pubblica e affrontare a viso aperto i problemi morali e culturali che soffocano l’Italia come metastasi da estirpare.
Ho così ponderato, documentandomi, molte variabili prima di sostenere anche in consiglio comunale la mia ferma contrarietà alla diga in Valsessera, un manufatto a mio giudizio inutile al comprensorio biellese.
Tutto vano a livello istituzionale, con il comune e la provincia di Biella proni ai desiderata vercellesi, l’iter ministeriale sembra ormai concluso a favore del consorzio Baraggia in tempi record.
Bene, è notizia di questi giorni che il sig. Carmelo Iacopino è indagato per diffuso sistema di corruzione e tangenti insieme a imprenditori e a molti funzionari romani del ministero delle politiche agricole di ogni piano, dalle mansarde agli scantinati, per la realizzazione dell’impianto di irrigazione milionario lungo il torrente Ingagna.
Lo stesso Iacopino dichiara serafico alla stampa locale che non vede problemi, indagato più volte tra una diga e l’altra, sempre assolto, anzi ogni volta promosso dalle istituzioni: prima Grande ufficiale poi Commendatore si intuisce che non toglierà il disturbo almeno fino al terzo grado di giudizio, a diga delle Mischie completata quindi e, magari, con la nuova promozione a sottosegretario in tasca.
Riproporrò nuova istanza al sindaco di Biella e questa volta non gli permetterò di scivolar via per chiedergli ciò che invito i Valsesserini di ogni sentimento politico a chiedere ai loro sindaci, soprattutto a quelli favorevoli alla diga e dai quali non si è sentito un afflato di perplessità sui giornali locali nelle ultime settimane: è opportuno che il direttore generale del consorzio Baraggia Carmelo Iacopino si dimetta dall’incarico seduta stante, congelando contestualmente il progetto della diga in Valsessera, fino al decorso dell’iter processuale di terzo grado a suo carico che fughi ogni dubbio circa le reali premesse del manufatto sul Sessera a salvaguardia di un territorio indisponibile a svendere la propria dignità per un allevamento di trote autoctone?
Perché, come quel colibrì che voleva spegnere l’incendio con una goccia d’acqua nel becco, ognuno di noi può fare la propria parte.
Benito Maria Possemato
Capogruppo consiliare I Love Biella