Biella 21 agosto 2012
Certo che l’assessore alla cultura del comune di Biella deve avere davvero una vita meravigliosa per trovare il tempo di confezionare, col copia e incolla, un pistolotto storico per documentare i biellesi circa le vicissitudini dell’arco della Torrazza di Biella Piazzo e del suo stemma “fantasma” scalpellato dai rivoluzionari francesi tra il 1798 e il ’99…
L’innesco del predicozzo giornalistico lo ha dato una segnalazione del sottoscritto, ove documento fotograficamente la richiesta di semplice pulizia dell’Arco della Torrazza infestato da “fiori e sterpaglie spontanee, cresciuti all’ombra dello stemma fantasma”; decorazioni floreali non previste nel progetto originale del 1780, a quanto mi risulta.
Tutto qui.
Non ho mai chiesto di riapplicare lo stemma scalpellato, di ridipingere l’arco a pois gialli o di organizzare un corso di “giardinaggio aereo” sul medesimo e non ho menzionato a sproposito l’architetto Vercellotti (professionista che curò con attenzione, in un recente passato, il maquillage dell’arco).
L’architetto, se interpellato a riguardo, credo converrà sulla necessità del leggero intervento di “sfalcio”, ripristinando magari anche l’illuminazione della porta d’ingresso al borgo, “bruciata” da anni, o motiverà altrimenti le mie argomentazioni con cognizione di causa.
Affibbiarmi quindi, a piè di predica, un ingiustificato due in storia è un vezzo da incorreggibile primo della classe dell’assessore alla cultura di Biella che ha letto solo superficialmente la mia frase in italiano; una presunzione dell’assessore punibile, ai miei tempi, col cappello da quadrupede e la costrizione dietro alla lavagna fino a fine legislatura.
Benito Maria Possemato
Consigliere comunale di Biella