Biella 15 gennaio 2011
L’ultima giunta comunale, quella delle coltellate, mi ha colpito non tanto per il mancamento dell’assessore Pella, svenuto senza spettinarsi, ma per le affannose affermazioni consequenziali dei due tra i maggiori referenti politici di questa maggioranza di governo cittadino.
Il primo personaggio a lasciarmi sgomento è il coordinatore del Pdl, sig. Lorenzo Leardi, che ha fatto appello alla collaborazione delle opposizioni in un passaggio tanto delicato per i conti pubblici locali.
Al sig. Leardi, al quale in realtà preme solo un puntello per tenere in bilico il suo castello di carta, rammento che già non ascolta i pochissimi consiglieri comunali di maggioranza che osano uscire dallo stato di catarsi e mutismo nel quale versano dall’immediato dopo elezioni (perdendone peraltro subito ben tre, tra i più loquaci, per la strada), figuriamoci in quale considerazione vorrà tenere gli input, opinabili ma sempre costruttivi, che pur sono arrivati e che ancora arriveranno dalle opposizioni. A riprova, sarebbe sufficiente riascoltare le registrazioni a verbale dei consigli comunali, che rammentiamo essere pubbliche, degli ultimi tre anni.
Il secondo personaggio, sempre presente nei miei sempre più preoccupati pensieri, è il sindaco, Donato Gentile, le cui parole sono, purtroppo, la dimostrazione plastica della sua gestione part-time del comune di Biella; la sua personale interpretazione di quest’ultimo episodio rusticano è quella apparsa sui giornali: “Ora basta, suono la campanella come uso fare nella mia attuale attività di preside. La ricreazione è finita, i nove assessori tornino al loro posto”.
Una classe sovradimensionata di assessori mortificati e silenti e con un solo insegnante precario, l’assessore al bilancio Mello, professore in matematica; materia rigida, proprio come l’assessore, ma inconciliabile con ciò che necessiterebbe alla città come l’aria: un po’ di sana follia.
Benito Maria Possemato Capogruppo consiliare I Love Biella