Biella 23 novembre 2011
Ho letto con attenzione le recenti considerazioni del consigliere comunale Luigi Apicella, il quale stimola la politica locale perché anche a Biella, sulla scia dei “nuovi” tecnocrati Romani, si costituisca un “comitato di salute pubblica per il Biellese” che arruoli le personalità più in vista del territorio (professionisti, imprenditori, tecnici, politici locali di spessore, banchieri nostrani e società civile) per affrontare, con competenza, i troppi temi caldi tuttora senza risposte che angustiano la città.
Con molta fantasia, parto dal presupposto che chiunque si avvicini alla vita politica a qualsiasi livello ha, quale stella polare, la tutela della cosa pubblica e del bene comune in equilibrata miscellanea con una legittima ambizione personale e, in definitiva, concordo quindi con il fine che Apicella indica.
E’ il mezzo che mi lascia perplesso.
Chi e come lo cooptiamo questo “dream-team” locale? Innanzi tutto, a Roma, il nuovo ordine tecnocratico ha avuto una formidabile sponda nel Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, uomo di stile e politico ad edizione limitata. Per trasposizione logica, da noi, le personalità locali dovrebbe indicarle, per parallelo istituzionale, il presidente del consiglio comunale sig. Francesco Piemontese e, con tutto il rispetto, no grazie.
In secondo luogo è netta la distinzione tra la “tecnocrazia”, termine politetico al quale si possono dare più interpretazioni, e il Presidente Napolitano ha dato la propria avallando il governo Monti (scelta obbligata, quella del Presidente, così ci hanno spiegato, affannandosi, quasi tutti i leader politici Italiani, certificando in realtà la loro manifesta incapacità, rispettivamente, di governare e di fare opposizione pur di sfangarla anche questa volta), e la “democrazia”, dal significato univoco, sistema non perfetto ma al momento il meno imperfetto, alla quale o crediamo o non crediamo.
Solo con il voto possiamo legittimare chi ci governa.
Compito di chi ha passione politica è ridare credibilità alle istituzioni per riavvicinare alla cosa pubblica tutte quelle donne e quegli uomini di ogni credo, competenti per materia, che sappiano almeno di cosa parlano quando chiamate in causa e alle quali Apicella si riferisce nel suo intervento. Una nuova leva amministrativa insomma, che partecipi candidandosi nelle liste elettorali vincendo il disgusto alla politica attiva, disgusto alimentato anche ad arte da prolifici nani e ballerine (per depotenziare la concorrenza qualificata), che denobilitano la democrazia, plasmandola a loro uso e consumo in un lavoro spesso ottimamente e ingiustamente retribuito, atteggiandosi a eruditi Soloni quando in realtà son solo “sòle”.
Benito Maria Possemato
Capogruppo consiliare I Love Biella
Mi spiace Benni, penserai che sono cinico, ma ho la certezza, che l’atmosfera di via Condotti, prevarrà sempre sulla passione per Montecitorio.
Sono un cittadino comune e l’esperienza mi ha insegnato a diffidare, sempre!