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C’era una volta

Biella 23 giugno 2011

L’ex assessore al bilancio di Biella, Gabriele Mello Rella, è uomo molto intelligente.

Partendo da questo assunto, ho una mia chiave di lettura della débâcle del centrodestra cittadino, affondato nell’ultimo consiglio comunale su una delibera che voleva introdurre la tassa di soggiorno a Biella (tre euro a malcapitato).

Perorata a testa bassa dallo stesso dott. Mello, il quale ha illustrato a più riprese (in commissione, sui media locali e in aula) la delibera da licenziare spacciandola come “scelta condivisa con gli attori operanti sul territorio”, albergatori e loro associazioni in testa, escludendo però scientemente dal tavolo di concertazione l’azienda turistica locale targata Martinazzo (anch’egli uomo di centrodestra e “faviano”), preludio ad altro fuoco e fiamme tra le correnti interne del pdl (i “pichettiani” e i “faviani”).

E’ bastata qualche telefonata, un paio di contatti con l’associazione commercianti della quale sono socio, per capire che concertazione vera non vi era mai stata: il pacchetto era già confezionato. L’ostilità tra gli operatori del settore era l’idem sentire nei confronti di un balzello che, se proprio necessario, avrebbe dovuto essere:

  • realmente condiviso tra le parti in causa
  • equo
  • molto contenuto (massimo un euro)
  • uguale in tutti i comuni della provincia
  • destinato esclusivamente come tassa di scopo (per lo sviluppo turistico e la promozione del territorio)
  • possibilmente non gestito solo dalla politica.

I presupposti per malumori trasversali manifesti vi erano tutti, e allora perché cadere in aula con un dilettantismo così disarmante?

Perché la delibera di “soggiorno” era solo un pretesto. Tralascio la motivazione politica, tra l’altro al di fuori della mia cognizione di causa (sussurri di corridoio dicono che le vere partite si stiano giocando sulle partecipate del comune Cosrab e Seab), e propendo per una spiegazione umana, mi riesce meglio di quella politica e mi sento più portato: credo che dopo due anni di guerra quotidiana tra bande all’interno del pdl locale, con grave nocumento per il biellese e con il revolver sul tavolo per ogni decisione o nomina (addirittura, leggende metropolitane, dicono che la pistola non fosse solo metafora), l’ex assessore Mello ne avesse abbastanza e abbia quindi deciso di ribaltare, se non il tavolo della giunta, perlomeno la sua sedia, alzando la palla (la delibera appunto) e offrendoci la schiacciata, per tornare con serenità alla sua professione e alla sua famiglia.

Se c’ho preso e fossi, mio malgrado, nei panni del sindaco Donato Gentile, inizierei a ripiegare con cura la fascia tricolore.

Benito Maria Possemato
Capogruppo consiliare I Love Biella

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