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Mercato Europeo: chiariamoci. (seconda parte)

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Il biellese ha perso in questi ultimi anni circa 15.000 posti di lavoro con conseguente crollo della capacità di creare reddito per i singoli e ricchezza per il territorio.

Sempre in questi anni abbiamo visto crescere attività della grande distribuzione organizzata che assorbe denaro locale e lo trasferisce fuori zona. Si può eccepire che queste attività creano anche occasione di lavoro, ma se analizziamo il saldo tra posti di lavoro creati e quelli persi a a causa delle centinaia di piccole attività commerciali che hanno dovuto chiudere il saldo è drammaticamente negativo.

In breve, il biellese si sta impoverendo, né sono una conferma i 219 milioni di euro persi in un anno nei depositi bancari locali.

Ora, un territorio si arricchisce se produce lavoro e valore aggiunto e se sa trattenere questa ricchezza in loco: situazioni entrambe assenti.
Il Mercato europeo deve essere analizzato, nell’ottica territoriale, come un’unica grande attività economica:

  • Gli utili che porta sono riconducibili fondamentalmente a circa 200 pernottamenti per 2/3 giorni pari a un fatturato di 25.000/30.000 euro. Vi è poi la tassa di occupazione suolo pubblico che, se pagata per intero e di questo non ne sono a conoscenza, viene in gran parte utilizzata per i costi di pulizia, smaltimento rifiuti e implementazione del sistema di controllo dell’ordine pubblico.
  • Le uscite che ne derivano sono valutabili nell’ordine di alcune centinaia di migliaia di euro derivanti dalle spese effettuate nelle bancarelle e che non rimarranno sul territorio.

E’ evidente che il saldo “utili/perdite”, se questa fosse un’attività imprenditoriale, porterebbe al fallimento dell’impresa.

Comprendo e condivido la soddisfazione e l’euforia delle poche attività in sede fissa poste nei pressi del Mercato europeo che hanno visto i loro affari crescere in questi tre giorni e sono sinceramente felice per loro, ma questa è la solita analisi individualista che nulla porta ad una crescita strutturale del territorio.

Comprendo pure la necessità da parte della politica di muovere gente perché permette di far percepire la propria esistenza.

E’ legittimo, ma è possibile che non si possa o, peggio, non si voglia trovare soluzioni che realmente siano utili per il territorio inteso come un’unica grande entità economica?

  • Lasciare costruire supermercati dipende non tanto da scelte personali ma da normative nazionali o regionali che al richiedente che le rispetta non si può negare.
    E’ un male cui è pressochè impossibile sfuggire.
  • Ospitare il Mercato Europeo o format similari è una scelta politica, e si può negare l’autorizzazione come decine di altre città hanno fatto.

Tanto per evitare equivoci di schieramento partitico ricordo che la prima manifestazione avvenne con una giunta di centro-sinistra, poi confermata da quella attuale di centro-destra.

La capacità che dobbiamo dimostrare è quella di saper vendere il territorio ricavandone lavoro e ricchezza e non farci colonizzare da forze economiche esterne.

Sono convinto che i nostri pizzaioli sarebbero imbattibili nel realizzare focacce liguri o specialità sorrentine e calabresi o pugliesi e che i nostri macellai sarebbero in grado di produrre impareggiabili grigliate con carne fassona o chianina.  E così via. Se troppo piccolo non è vincente coalizziamoci con la Liguria e la Valle d’Aosta e organizziamo una manifestazione dell’enogastronomia e dell’artigianato del nord-ovest.

Certo, ci vuole tempo e risorse ma soprattutto la volontà delle attività imprenditoriali e istituzionali locali coordinate e aiutate dalla politica, ma se non partiamo mai arriveremo a vendere il biellese.

Il nostro Prefetto Dott. Manzo ci ha lasciato in una frase l’eredità su come il biellese dovrebbe comportarsi:
“Biella potrebbe essere la Posillipo di Milano e Torino se solo lo volesse” bisogna avere il coraggio di fare scelte coraggiose “…di cui bisogna sostenere in qualche modo i disavanzi di gestione fintanto che non si andrà a pareggio“.

Basta spendere in tanti piccoli progetti, convogliamo tutte le risorse in un grande progetto di rilancio del biellese.

Concludo: se discutendone con serenità si arrivasse alla definizione che il Mercato europeo ha un senso, facciamo in modo che lasci sul territorio risorse da spendere per promuoverlo… il parassitismo è una malattia, le sinergie una virtù.

Spero che quanto scritto sia considerato uno stimolo ad individuare scelte che facciano uscire il biellese dal viale del tramonto nel quale si è avviato… e che non sia un viale a senso unico.

Enrico Zina

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