Biella 9 maggio 2011
Lettera aperta al ministro delle politiche agricole Saverio Romano.
Cortese ministro Saverio Romano, mi chiamo Benito Maria Possemato, ho 43 anni e vivo e lavoro a Biella.
Per orientarla, consapevole che il biellese è un territorio relegato nell’oblio (anche politico), Biella è un’operosa e degna città, incastonata tra le prealpi piemontesi, capoluogo di una piccola provincia ove il suo ministero vuole imporre una nuova diga (la sesta), senza neppure chiedere permesso.
E’ con vivo disappunto che le invio a corredo del mio curriculum, vibranti rimostranze circa le recenti nomine del governo Berlusconi e nello specifico dell’onorevole Antonio Razzi, assunto alla carica di consigliere personale del ministro dell’agricoltura, ergo, suo consigliere.
L’on. Razzi (per i meno accorti è quello che lamentava il mutuo da pagare), dichiara di avere il physique du role per l’incarico affidatogli, chiosando a mezzo stampa: “sono un buongustaio e soprattutto un buon cuoco, a tempo perso aiuto mia moglie in cucina”.
A onor di titoli equipollenti, sig. ministro, quel posto spettava a me, lo merito e lo reclamo, documentandola:
Superfluo inviarle referenze mai richieste in politica (o perlomeno negli ultimi vent’anni), quali la fedina penale, nonché indicarle il mio percorso scolastico, e men che meno è mia intenzione tediarla riguardo la mia elezione a consigliere comunale nell’ultima tornata amministrativa del 2009, candidatomi nell’ingenua convinzione che uno come me, non un genio ma solo un uomo, potesse invogliare altre vite simili a farsi avanti, a mettersi in gioco, per almeno tentare di scalzare i tanti ciaparàtt e quaquaraqua che ci governano a ogni livello.
Mi mancano ancora due ostacoli da superare per ambire a un incarico ministeriale a dette condizioni. Mi arrovello da giorni ma fatico a capire come bypassarli per essere nominato, senza dover poi abbassare lo sguardo quando incrocerò quello di amici, clienti, conoscenti e biellesi tutti, ma attendo lumi da chi ne sa più di me: il pudore e la vergogna.
Distintamente la saluto,
Benito Maria Possemato da Biella