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La città deve sapere – P. Regolatore e Sanità

Il Consiglio Comunale di Biella con l’introduzione del nuovo regolamento, fortemente voluto dall’attuale maggioranza, ha svuotato ulteriormente gli spazi d’intervento da parte dei consiglieri. La possibilità d’incidere sulle scelte locali è veramente risicata, ma ciò che è peggio è il fatto che l’opinione pubblica viene a saper poco su quello che capita nel nostro Biellese e soprattutto il confronto politico è qualcosa che qui non va di moda.

La televisione nella passata Amministrazione era presente in aula, ora non è gradita da quella attuale. Governare tenendo i cittadini all’oscuro di ciò che avviene nelle stanze del potere è un antico vezzo che si suole avere nella nostra Penisola, ma molto made in Biella. Se mancano spazi di confronto non è tanto il partito o il singolo politico a rimetterci, ma il cittadino, già alle prese a quadrare il bilancio della famiglia o peggio a cercare il lavoro, assorbe una visione parziale a volte faziosa riguardo alle tematiche del nostro territorio.

Vediamo in sintesi alcuni dei temi principali trattati in Consiglio e poco divulgati.

Piano regolatore

La città beneficia di una variante strutturale varata tre anni fa. Cosa significa?

Vuol dire essere riusciti a mantenere, senza tanti proclami e annunci, la Banca Sella a Biella con quanto ne consegue in termini di indotto. Oppure la possibilità per i privati d’intervenire su aree nodali come gli insediamenti dell’ex Pettinature Riunite e degli stabilimenti Rivetti attraverso una riconversione ad insediamenti di natura mista ed equilibrata, come l’ospedale o gli ex Fila ad esempio.

Si è cercato di frenare in generale un ulteriore scivolamento a sud delle attività produttive.

Il nuovo Palasport dove posai la prima pietra, e nonostante le mille difficoltà arrivammo all’apertura, nacque con presupposti diversi. Convinti che non potesse vivere di solo basket doveva essere da volano per altre attività non solo sportive, ma fieristiche, concerti, congressi dando un impulso all’economia domestica.

Di tutto ciò se si escludono un paio di concerti tutto tace e la gestione tra non molto rappresenterà un problema serio.

 

Sanità

Nella recente audizione in aula da parte dei dirigenti dell’ASL si è notato da parte degli stessi sicuramente una tensione, una propensione a lottare per difendere i servizi attuali per non farceli scippare da Novara, da Torino, da Vercelli.

Lo sforzo è sicuramente lodevole, ma trova un limite oggettivo perché le scelte passano e passeranno sopra le loro teste perché a decidere sarà Cota e non i funzionari. Vedi Brusori.

La stessa determinazione non la si riscontra nel Sindaco e nel Presidente della Provincia che appaiono sempre più sottomessi alla politica Torino-Novara centrica.

L’ospedale nuovo rappresenta un’opportunità non solo per il Biellese, dato che la vetustà degli ospedali in Piemonte si aggira attorno ai 70anni, ma per far capire questo agli amministratori regionali non bastano baci e abbracci.

Qui sì che ci vorrebbe un’unità tra tutte le forze politiche locali per difendere coi denti quanto a fatica si è realizzato a partire da Squillario, Susta e il sottoscritto e si sta per realizzare (ospedale), a servizio della nostra gente.

Su questo punto manca una presa di posizione precisa del centro destra nostrano e il tutto lascia intendere che l’epilogo purtroppo sia già stato scritto.

Ovvero meno servizi sanitari in loco e maggiore mobilità passiva, obbligati a spostarci fuori provincia.

Vittorio Barazzotto

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