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La città deve sapere – Lavoro

Il Consiglio Comunale di Biella con l’introduzione del nuovo regolamento, fortemente voluto dall’attuale maggioranza, ha svuotato ulteriormente gli spazi d’intervento da parte dei consiglieri. La possibilità d’incidere sulle scelte locali è veramente risicata, ma ciò che è peggio è il fatto che l’opinione pubblica viene a saper poco su quello che capita nel nostro Biellese e soprattutto il confronto politico è qualcosa che qui non va di moda.

La televisione nella passata Amministrazione era presente in aula, ora non è gradita da quella attuale. Governare tenendo i cittadini all’oscuro di ciò che avviene nelle stanze del potere è un antico vezzo che si suole avere nella nostra Penisola, ma molto made in Biella. Se mancano spazi di confronto non è tanto il partito o il singolo politico a rimetterci, ma il cittadino, già alle prese a quadrare il bilancio della famiglia o peggio a cercare il lavoro, assorbe una visione parziale a volte faziosa riguardo alle tematiche del nostro territorio.

Vediamo in sintesi alcuni dei temi principali trattati in Consiglio e poco divulgati.

Lavoro

Più volte l’amministrazione di centro destra è stata sollecitata a dare un programma di sviluppo non solo per la città, ma essendo in linea con la Provincia, per tutto il comprensorio.
Quali sono le possibilità in futuro di trovare lavoro?
Quali incentivi alle imprese che rimangono e a quelle che dovrebbero arrivare?
E perché poi dovrebbero arrivare??
Come rilanciare il commercio cittadino?
Al momento le risposte sono state evasive e non si comprende come mai quello che avevo indicato al primo punto del mio programma nel 2009 è stato completamente ignorato, ovvero di trasformare Biella in una città solare, sfruttando allora i finanziamenti della Regione aprendo uno sportello ad hoc in comune che servisse ai privati e agli artigiani visto che sono presenti in loco diverse aziende del settore. Diversi comuni in Italia hanno seguito questa traccia con risultati economici ed ecologici sorprendenti.

L’attuale Amministrazione vive sull’onda lunga di quella precedente. L’azione innovativa è nulla se non aver cancellato la Biblioteca all’ex Upim per dispetto. A chi poi? Al centro sempre più abbandonato.

Se Biella oggi avrà il teleriscaldamento, è perché con Scaramal in collaborazione coi privati si dette l’avvio a questo importante progetto che porterà i cittadini a risparmiare e ad avere una città meno inquinata. In quel contesto con lungimiranza sempre con Scaramal si costituì la società ENERBIT, nata dalla fusione di Cordar energia e Cordar.it, società partecipata al 51% dalla provincia di Biella e al 49% di Cordar Imm con lo scopo di gestire le attività delle telecomunicazioni e dell’energia.

Con il cambio del cda, tutto pdl e lega, Enerbit, società che fa gola a molti per la sua rendita sicura, viene investita da una bufera che ha portato ad arresti e dimissioni.

Le risposte giudiziarie arriveranno nell’aula del Tribunale, ma quelle politiche le attendiamo da mesi. L’assunzione recente di un nipote rischia di essere poca cosa rispetto al business che si profila per la società se si confonde interesse pubblico con quello personale.

Vittorio Barazzotto

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