Biella 25 dicembre 2010
Gentile Sindaco, si dimetta.
Se veramente ha a cuore le sorti del comprensorio in cui viviamo, lavoriamo o almeno cerchiamo ancora di farlo, si dimetta quale cadeaux di Natale alla città.
Riconosca che il tempo delle promesse propalate tra baci, abbracci e ganasce di mano e che doveva esaurirsi in campagna elettorale ci ha condotti, in diciotto mesi di spoil system e null’altro, ad uno stallo che sarà il nostro colpo di grazia.
Lasci libera la città di scegliersi un Sindaco. Il suo bluff si è infranto martedì 21 dicembre ultimo scorso, contro una mozione di sfiducia inoltrata dal sottoscritto, semplice consigliere d’opposizione, ma che ha avuto per la sua amministrazione lo stesso effetto di un missile terra-terra sciogliendo la sua sbandierata corazzata coesa come un gelato alla frutta, con il triste e indegno epilogo della sua fuga dal cubo consiliare in diretta televisiva, dopo un voto che certifica che lei è nudo e non è neppure il re.
L’Aventino dell’aula (arrocco proprio delle minoranze le rammento), ha dimostrato senza tema di smentita che lei difettava persino di una strategia di uscita dall’impasse, una carenza di pianificazione speculare alla mancanza di una visione in prospettiva della Biella nel futuro che sia davvero sua e non dell’assessore Mello, perché le ricordo essere lei il Sindaco.
Ma ciò che più mi sconcerta è la sua assoluta mancanza di autocritica che non ha dell’umano (purtroppo figlia della politica del nostro tempo) e che la porterà a reiterare gli stessi errori degli ultimi mesi a discapito della “qualità” amministrativa della città, come si evince dall’approccio disperato ai quattro consiglieri del centro destra in diaspora, ora coesi in Uniti per Biella: “Dovremo metterci tutti il cappello da Babbo Natale, prendere le renne e portare tanti doni”. Andavano semplicemente ascoltati a tempo debito, ora è tardi.
Si punta invece sulla debolezza della carne. Forse non lo sa, signor Sindaco, ma esistono anche donne e uomini che non sono buoni per ogni stagione e la cui dignità non sempre è in vendita. E penso a un Montoro come agli altri o ad Apicella, che fino a lunedì era uno zotico ignorante neanche capace di disegnare la “O” intorno a una pizza, mentre guarda il caso da mercoledì è un fine statista secondo solo a Camillo Benso e a De Gasperi. Per me erano e restano sempre Antonio e Luigi, chiamati dagli elettori a cercare di tirare fuori dal cilindro qualcosa di buono per Biella, lavorando sulle buone idee e non sulle ideologie e puntualmente inascoltati, ma certi di poterle spiegare a pieno titolo chi sono gli uomini e chi i caporali.
Buon 2011
Benito Maria Possemato
Capogruppo consiliare I Love Biella