Se qualcuno vorrà scrivere un libro o produrre un film sulla diga della Valsessera, dovrà partire dal Consiglio Comunale di martedì scorso a Biella. L’attuale maggioranza, compatta, ha votato una delibera avente per oggetto, e me ne scuso per la lungaggine, ma è opportuno leggerla così com’è stata presentata: “Protocollo d’intesa per la realizzazione di iniziative di sviluppo ecocompatibile integrato della baraggia vercellese e biellese e dei territori limitrofi e per la presentazione della candidatura all’Unesco dei medesimi compresi il Monte Rosa e le città di Biella e di Vercelli.”
Di primo acchito parrebbe non destare molto interesse, una delle centinaia di richieste che ogni anno in Italia vengono presentate all’Unesco, nella speranza di ottenerne il riconoscimento. Quelle che vengono accolte sono pochissime. Ma perché essere sempre pessimisti? Perché non essere uniti per una volta? Perché non credere alla presentazione che l’ass. Gibello ha formulato in modo ovattato, enunciando i benefici derivanti in caso di accoglimento? Molti comuni vercellesi e biellesi, province incluse, già hanno aderito. Come non essere d’accordo nello sforzo di “valorizzare l’identità culturale della Baraggia”, oppure “ valorizzare l’artigianato locale ed i prodotti tipici con sostegno alle imprese nelle fasi di produzione e commercializzazione”?
Sono solo alcuni stralci delle motivazioni scritte in premessa del protocollo, che il neo assessore al turismo ha enfatizzato nell’illustrare la delibera. Peccato che abbia omesso nel corso della sua illustrazione, volutamente, diremo dopo perché, la seconda parte del documento, l’art. 2 , dove vengono elencati gli ”obiettivi del programma integrato degli interventi e delle iniziative finalizzate all’accordo di programma”. Noioso da leggersi, ma arriviamo al cuore del problema, dove il c.7 recita: “dare attivazione per l’acquisizione ed il mantenimento della gestione delle infrastrutture primarie di base per la dotazione idrica ai fini irrigui e potabili rurali indispensabili per la realizzazione delle iniziative agricole, turistiche e ambientali del territorio e per il risanamento igienico sanitario del patrimonio idrico, previste nei piani di settore ed ambito predisposti ed approvati dagli enti competenti”.
Quindi, se da un lato l’iniziativa di formulare la domanda di adesione all’Unesco appare lodevole, è palese che rappresenta un “cavallo di Troia”, in quanto al suo interno si cela lo strumento per allargare e rafforzare il potere del Consorzio di Bonifica. Un modo sicuramente legittimo, per arrivare in modo più agevole ai finanziamenti per la realizzazione di invasi e dighe, con lo scopo di irrigare soprattutto i campi dei nostri cugini vercellesi. Vi invito a leggere il documento integrale, se qualcuno avesse dei dubbi. L’obiettivo principale, è cronaca di questi giorni, è la realizzazione della diga in Valsessera.
L’ass. Gibello, e poi il sindaco Gentile, hanno invece voluto riprendere un mio intervento a braccio, e in seguito pubblicato su una rivista del Consorzio di Bonifica, effettuato a Buronzo il 6 dicembre dello scorso anno quando, di fronte a centinaia di persone è stata presentata la candidatura all’Unesco. In veste di sindaco della città ho partecipato con spirito propositivo e di coesione per il bene comune. Si è parlato di valorizzazione gastronomica e turistica del territorio, mi sono espresso a favore di un’iniziativa specifica, ripeto specifica, auspicando che quelle zone potessero diventare “il faro di un polo turistico e gastronomico che non solo veda Buronzo inserito in un percorso regionale, ma che permetta di dare senso pratico e diffuso alle parole riconversione, ristrutturazione, che se non portate all’attenzione della gente rimangono dei concetti molto teorici“.
Ho parlato, concendendomi anche un po’ di ironia, del fatto che: “siamo obbligati a fare la storia; il futuro ci impone di andare d’accordo, ci impone di smettere di vedere le cose come se fossero separate e credo che questa immagine oggi compensi molto meglio delle parole ciò che intendo per il nostro futuro: complimenti per quello che avete fatto, spiegate anche a noi Biellesi un po’ come fate, perché siete veramente bravi; lo dico con molto realismo“.
Le mie parole di allora nell’ultimo Consiglio Comunale sono state travisate, separate dal loro contesto ed utilizzate impropriamente per basse ironie, ad uso e consumo di una politica che non mi appartiene.
Mai, quel giorno, mi sono pronunciato a favore delle dighe e di tutto ciò che vi sta dietro. Argomento che mi ha sempre visto contrario, dagli anni Novanta, quando proprio in Consiglio Comunale presentai un ordine del giorno firmato in modo trasversale dai vari gruppi presenti allora, citando le accuse di mafia che gravavano su alcuni costruttori di dighe. Ribadisco il concetto della collaborazione con Vercelli, come è stato fatto nel passato con l’esempio dell’autostrada, e rilancio anche su Novara, ma la delibera passata in Consiglio, che come sindaco ho avuto da gennaio scorso sulla scrivania fino al termine del mio mandato, cela una pericolosa insidia, che questa giunta si è ben guardata dall’illustrare in aula.
Proprio col direttore de La Nuova Provincia di Biella, allora direttore di Notizia Oggi, mi opponevo alle speculazioni sugli invasi, denunciando finanziamenti sospetti e soprattutto un’utilità davvero marginale se rapportata all’impatto ambientale. In questi giorni trovo conferma dal Cordar, che ha chiuso dei pozzi perchè il problema idrico non appartiene alle nostre zone. Se poi, un domani, Vercelli fosse in preda alla siccità, allora sarebbero mutate le condizioni, e sarei il primo a cambiare idea, se ciò comportasse la sopravvivenza per una comunità.
A Buronzo, e in Consiglio Comunale, ho parlato di Carmelo Iacopino, di ciò che penso di lui e delle nostre differenze, dei nostri litigi. Lo ribadisco: Iacopino è uomo molto abile nel drenare denaro pubblico, è il numero uno, come si suol dire, ma ciò non significa che sarei felice di concedere a lui un qualsiasi incarico pubblico. Lo enfatizzo usando le stesse parole che pronunciai allora e che sono state strumentalizzate nell’ultimo Consiglio Comunale: “Oggi a Buronzo si sta facendo una grande cosa: gran merito va al Consorzio di Bonifica e sebbene con Iacopino siano note le mie lotte in tante vicende, sono convinto che ci sia un tempo per litigare e un tempo per andare d’accordo. Oggi viviamo una stagione in cui si deve lasciare spazio ad una forte distensione, una forte unione volta al bene collettivo“.
Ma il soggetto era un altro. Si parlava di sviluppo turistico. Elogiavo il territorio, la sua iniziativa di promozione.
Non una parola in quell’occasione è stata da me pronunciata a favore di dighe, invasi e speculazioni. La delibera arrivò in un secondo tempo e lì ebbi la visione generale e compresi quanto la nobile sottoscrizione all’Unesco fosse in realtà solamente uno specchietto per le allodole. E quindi mi opposi. E fermamente mi oppongo oggi, come argomentato in Consiglio.
Utilizzare un mio intervento a proprio uso e consumo ed associarlo a una mia supposta incongruenza è un esercizio inutile. Ciò che contano sono gli atti e i fatti .”Oropa è un bene dell’Unesco. State lottando affinché anche questo territorio lo sia e credo che tutto questo non sia casuale: possiamo veramente vedere questi territori in una dimensione, in una visione comune. Credo che la gente voglia poi questo, essenzialmente. Prima dobbiamo crederci noi e poi porteremo qui i turisti a vedere come siamo bravi a produrre dei beni e soprattutto a valorizzare quello che ci è stato lasciato dai nostri padri“.
Così chiudevo il mio intervento.
Peccato che ancora una volta le intenzioni non fossero quelle e, se così è, il tempo per andare d’accordo è ancora lontano.
Vittorio Barazzotto
Supponiamoper assurdo (per assurdo!!!) che la diga in valsessera si faccia, ma, l’acqua per riempirla dove la prendiamo???!!!
aspettiamo che piova?
Questo dovrebbero spiegarmelo, provate a fare una verifica dei teorici affluenti della diga, poi spiegatemi con cosa riempirla……..